Va in scena a Saint-Etienne il primo incontro da dentro o fuori di Euro 2016: Svizzera o Polonia, il verdetto è affidato al campo. Nessuna tra le due selezioni ha mai oltrepassato l’arduo ostacolo degli ottavi di finale, ergo, chiunque passerà lo farà per la prima volta nella storia del proprio paese.
Petkovic si affida in tutto e per tutto all’undici titolare, schierando Lichtsteiner, Schar, Djourou e Rodriguez a protezione di Sommer. Qualche metro avanti agiscono in duetto Xhaka e Behrami, mentre la batteria di trequartisti è formata rispettivamente da Shaqiri (a destra), Dzemaili (centrale) e Mehmedi (a sinistra). A fare da riferimento in posizione più avanzata è una vecchia conoscenza del calcio nostrano: Haris Seferovic.
Neppure Navalka, dall’altra parte, opta per esperimenti o sorprese last minute: spazio a Fabianski tra i pali, Piszczeck, Glik, Pazdan e Jedrzejczyk a formare la linea difensiva con Maczynski e Krychowiak ad orchestrare la manovra e a fare filtro in mediana. Le fasce sono zona di competenza di Błaszczykowski (a destra) e Grosicki (a sinistra), mentre Lewandowski agisce in avanti vicino a Milik.
Da registrarsi, a dispetto dei pronostici, una vera e propria partenza col botto: dopo appena venti secondi Sommer rischia grosso con Djorou, fraintendendo il retropassaggio del compagno e spalancando la porta a Milik, che mette d’accordo tutti sparando alto sopra la traversa. È il preludio di un’altra gara complicata per l’attaccante dell’Ajax, il cui feeling con la porta sembra essere svanito dopo la gara d’esordio.
Nonostante la giornata no di uno dei suoi elementi migliori la Polonia parte con il piede giusto e in maniera propositiva, facendo leva sul dinamismo dei propri uomini offensivi per impensierire la retroguardia avversaria. Al contrario, la Svizzera appare in evidente difficoltà nelle prime battute di gioco. I polacchi sono molto aggressivi e portano pressione ai rossocrociati ben oltre la metà campo offensiva, avvantaggiandosi nell’immediato ma rendendosi piano piano sempre più vulnerabili.
Dopo una decina di minuti di dominio incontrastato da parte degli uomini di Navalka la Svizzera entra in partita e ribalta completamente l’andamento della gara, che si riassesta poi su ritmi equilibrati intorno al quarto d’ora. Ispiratissimo Grosicki sull’out di sinistra, mentre non riesce ad ingranare Lewandowski. Bene Behrami e Dzemaili tra gli svizzeri, invisibili Seferovic e Mehmedi.
La gara si sblocca al 38′ in seguito ad un contropiede ben orchestrato dalla Polonia: Grosicki riceve palla direttamente dal rinvio di Fabianski e si lancia sulla fascia a tutta velocità, cavalca per quaranta metri, vince un paio di rimpalli e, accentratosi, suggerisce a centro area. Lewandowski si abbassa per lasciar scorrere la sfera, che giunge così indisturbata sui piedi di Błaszczykowski, lasciato libero da Rodriguez. L’esterno polacco conta i passi e calibra un preciso rasoterra che si infila sotto le gambe di Sommer e termina in rete.
Gli uomini di Petkovic incassano l’1-0 e accusano il colpo, senza riuscire a trovare la chiave per scardinare la solida difesa avversaria. I sette minuti finali, tra il metabolizzare dello svantaggio degli svizzeri e il senso di appagamento dei polacchi, sono condotti sotto ritmo da entrambe le squadre.
Molto più decisa la Svizzera nella ripresa, sia rispetto alla propria brutta copia dei primi 45′, sia rispetto agli avversari: i primi cinque minuti in particolare sono tutti a stampo rossocrociato. La prima chance concreta per pareggiare i conti capita sui piedi di Shaqiri al 50′: l’esterno di Petkovic si accentra da destra verso sinistra dopo una bella azione dei suoi, per poi calciare verso Fabianski trovando – suo malgrado – la pronta risposta del portiere polacco. Due minuti più tardi, su un capovolgimento di fronte, è Błaszczykowski ad andare ad un passo dal raddoppio, ma il suo mancino viene ottimamente disinnescato da Sommer, attento e reattivo.
La gara si innervosisce dopo circa un quarto d’ora dall’inizio della ripresa a causa di un paio di brutti interventi a metà campo, uno per parte. Nei minuti che seguono, proprio in virtù di ciò, il fischietto britannico Clattenburg interrompe il gioco molto frequentemente per accertarsi delle condizioni dei vari reduci dagli scontri di gioco, scatenando l’ira dei supporters rossocrociati, accorsi in massa al Geoffroy-Guichard e ansiosi per le sorti della propria Nazionale.
Tra un tackle ed un altro è però una decisione di Petkovic a stupire tutti: il CT svizzero richiama in panchina al 57′ un ottimo Dzemaili per far spazio all’estro e alla velocità del 19enne Breel Embolo. Soltanto successivamente si intuirà dalle smorfie di dolore dell’ex centrocampista di Napoli e Torino la ragione della sostituzione. Più o meno da qui in avanti la Svizzera inscenerà il proprio monologo, traducibile in ben tre situazioni degne di nota tra il 72′ e l’81’.
1 – La prima deriva da un calcio piazzato: Rodriguez calcia alla perfezione indirizzando la sfera sotto la traversa, Fabianski vola letteralmente sulla propria sinistra e spegne in una frazione di secondo le speranze degli svizzeri. Un paio di minuti più tardi altra tegola per Petkovic, costretto a sostituire un acciaccato Behrami.
2 – La Polonia trema ancora una volta sei minuti più tardi: dopo una serie di rimpalli in zona Fabianski, Seferovic (fino a quel momento del tutto assente dalla gara) calcia a botta sicura dal versante destro dell’area colpendo in pieno la traversa.
3 – La terza – finalmente, verrebbe da dire – è la volta buona. Shaqiri decide di far brillare gli occhi di Petkovic e si esibisce in una soluzione balistica straordinaria, accartocciandosi su se stesso dal limite dell’area e sorprendendo in una frazione di secondo l’impotente Fabianski: palo, gol e 1-1.
L’invenzione del 23 rossocrociato mette le ali alla Svizzera, che, galvanizzata dal pari, si rigetta in avanti a caccia del 2-1. I neoentrati Derdiyok e Gelson Fernandes contribuiscono a schiacciare nella propria metà campo una Polonia visibilmente stanca e giù di morale, che Navalka non ritocca fino a quando hanno inizio gli inevitabili tempi supplementari.
Dopo la mezz’ora aggiuntiva, durante la quale le formazioni sembrano aspettarsi l’un l’altra e le emozioni sono pressoché nulle, si passa ai canonici tiri dal dischetto. È l’errore di Xhaka, parso sottotono già nel corso dei 120′, a consegnare ai polacchi il pass per gli ottavi: tutti a segno i tiratori di Navalka (Lewandowski, Milik, Glik, Błaszczykowski e Krychowiak), al pari dei restanti quattro svizzeri (Lichtsteiner, Shaqiri, Schar e Rodriguez).
La Polonia, lo ricordiamo, affronterà a Marsiglia la vincente dello scontro di stasera tra Croazia e Portogallo.
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